Mentre la SEC continua la sua offensiva legale nei confronti di Ripple Labs, accusata di aver venduto security senza le necessarie autorizzazioni, il mercato sembra aver già preso una decisione. Il prezzo del token è stato infatti praticamente dimezzato in una sola settimana, facendo precipitare quella che fino ad un mese fa era la terza criptovaluta per capitalizzazione del mercato in territorio rosso.
Questo l’andamento del prezzo secondo l’autorevole CoinMarketCap, mentre al momento della pubblicazione dell’articolo il prezzo è attestato intorno a 0.20$:

Ad innescare la valanga di vendite, oltre alla notizia della causa legale, sembra essere anche il progressivo distacco dei principali exchange europei e statunitensi, quelli probabilmente più interessati a mantenere un buon rapporto con le autorità che regolano il mercato finanziario tradizionale: dopo l’annuncio di Coinbase, anche Crypto.com, Wirex e Bittrex hanno dichiarato che il trading di Ripple (XRP) verrà sospeso dalle proprie piattaforme fino a data da destinarsi.
Da parte sua, Ripple Labs continua a sostenere la tesi che il token non sia da considerarsi una security: in un recente comunicato sul proprio sito ufficiale, l’azienda definisce l’attacco della SEC come un’offensiva a tutto il comparto crypto, e si dichiara disponibile a collaborare con il prossimo Direttore della Securities and Exchange Commission. Il Chairman uscente Jay Clayton è stato infatti fra i primi promotori dell’indagine nei confronti di Ripple, ma non è ancora chiaro come la prossima amministrazione intenderà muoversi nei confronti di un settore in grande crescita.
Resta ancora da vedere se la vertiginosa caduta di XRP si arresterà a breve, e circolano già i primi rumors delle possibili strategie da parte dell’azienda: secondo alcuni Ripple Labs, che detiene ancora 55 dei 100 miliardi di Ripple in circolazione -proprio una delle ragioni dell’attenzione della SEC-, potrebbe decidere di spostare tutte le sue attività fuori dalla giurisdizione statunitense.
Una mossa che potrebbe rivelarsi però suicida: la mission di Ripple, almeno nelle intenzioni degli sviluppatori e promotori del progetto, è sempre stata quella di diventare la “crypto delle banche” che difficilmente vorrebbero interagire con un’entità situata in qualche paradiso fiscale.