E’ notizia di queste ora che Libra, la discussa e attesa criptovaluta ideata da Facebook e altri colossi della tecnologia, sarebbe quasi pronta al lancio e dovrebbe vedere la luce il prossimo Gennaio 2021. A scriverlo è il Financial Times, che cita tre fonti interne all’azienda, anche se mancano ancora conferme ufficiali.
Libra, svelata nel 2018 e prevista inizialmente per quest’anno, aveva avuto un percorso alquanto tumultuoso: dopo una prima presentazione da parte del consorzio che guida lo sviluppo, il progetto sembrava essersi arenato a causa dell’aperta ostilità del Governo statunitense, che non vedeva di buon occhio l’ingresso del settore privato nel campo dell’emissione di moneta. Nelle intenzioni degli sviluppatori infatti Libra avrebbe avuto un valore a sé stante ed ancorato ad un paniere di asset che avrebbero sì compreso il dollaro, ma anche altre valute come l’Euro, lo Yen giapponese e la Sterlina britannica.

L’ostilità governativa aveva comportato diversi abbandoni importanti: giganti dei pagamenti e del commercio online come PayPal, Mastercard, Visa ed Ebay erano usciti dal consorzio di aziende responsabile dello sviluppo di Libra, facendo presagire un destino non roseo per la criptovaluta ideata da Zuckerberg.
Ora tutto questo sembra essere cambiato: a differenza del progetto iniziale, secondo gli ultimi rumors Libra sarà una stablecoin ancorata al valore del dollaro statunitense, una mossa che dovrebbe renderla ben più digeribile anche per l’attento legislatore USA. Il valore di Libra sarà quindi stabile e non avrà i violenti sbalzi che a volte si verificano sul mercato delle criptovalute, rendendola ancora più adatta al commercio online.
Nelle intenzioni degli sviluppatori, gli utenti potranno utilizzare Libra tramite il wallet proprietario Calibra (recentemente ribattezzata Novi) che permetterà di inviare e ricevere token. E’ facile immaginare una prima integrazione con Facebook e WhatsApp, mentre non è ancora chiaro quando sarà possibile utilizzare Libra anche sulle piattaforme di altri membri del consorzio di sviluppo come Uber, Shopify e Spotify.